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Il Cimitero Polacco

 

 

 

Il Cimitero Militare Polacco di Montecassino è adagiato su di un pianoro, a nord-­‐ovest dell'Abbazia, che sale verso un crinale il cui perno è il colle del Calvario. Esso è completamente immerso in un bosco e rispetto agli altri cimiteri di guerra del cassinate ha la particolarità di essere stato realizzato dai soldati del 2° Corpo Polacco, gli stessi che combatterono in quei luoghi a maggio del 1944 e che dopo la guerra per via della difficile condizione politica del loro paese non poterono ritornare in patria. Esso fu inaugurato e consacrato il 1° settembre del 1945 ed ospita 1.052 salme tra soldati ed ufficiali, comprese quelle del generale Władysław Anders, comandante del 2° Corpo Polacco e il cappellano arcivescovo Gawlina, morti entrambi in esilio e seppelliti per loro volontà al fianco dei compagni caduti in battaglia. Nel cimitero inoltre sono presenti le ceneri della seconda moglie del generale, la signora Irena Renata Anders, che per suo espresso volere sono state tumulate insieme a quelle del marito in concomitanza del 67° Anniversario della battaglia di Cassino. Il cimitero è affidato alla custodia dei monaci dell'Abbazia di Montecassino.

 

L'obelisco polacco

 

Il visitatore che nel corso delle sue peregrinazioni nell'avvicinarsi a Cassino cercasse con lo sguardo l'Abbazia, qualche secondo dopo verrebbe senz'altro rapito, o se non altro incuriosito, dalla presenza di un obelisco posto su una collina poco distante dal Monastero, comunemente conosciuta con il nome di Calvario. Se spinto dall'interesse volesse raggiungere il sito in oggetto scoprirebbe che si tratta di un monumento realizzato con grandi blocchi di marmo, sul cui vertice culmina una croce di ferro. Una iscrizione in più lingue recita: "Per la vostra libertà e la nostra noi, soldati Polacchi, donammo la nostra anima a Dio, la nostra vita al suolo d'Italia e il cuore alla Polonia". Esso fu costruito dopo la guerra dai soldati del 2° Corpo Polacco per preservare la memoria dei loro compagni della 3a Divisione dei Carpazi che morirono nel tentativo di conquistare la collina su cui oggi giace e con essi quanti altri si immolarono nel corso della Campagna d'Italia. Il Calvario ha un'altezza di 593 metri s.l.m. ed è parte di un più esteso crinale che da est degrada verso sud e che gli alleati chiamarono Snake's head ridge (testa del serpente). Durante le battaglie di Cassino, da febbraio a marzo del 1944, proprio per via della sua posizione dominante, soprattutto rispetto alla collina del Monastero, fu aspramente contesa sia dai difensori che dagli attaccanti che si alternarono subendo ingenti perdite.

Il Monumento del 4° Reggimento Corazzato "Skorpion"

 

Dopo aver percorso la Cavendish Road dal villaggio di Caira seguendo il tragitto effettuato dai carri alleati durante gli attacchi di marzo e maggio del 1944 o provenendo in senso contrario dalla masseria Albaneta, proprio nei pressi di una compressione tra il versante settentrionale di quota 593 e la quota 521, ci si imbatte in un singolare e particolare monumento realizzato con i resti di un carro armato americano sherman. Si tratta di un carro appartenuto al 4° Reggimento Polacco 'Skorpion' distrutto dall'esplosione di una mina durante i tragici combattimenti del 12 maggio del 1944 ed immolato a monumento dopo la guerra dai soldati del 2° Corpo Polacco che volutamente non l'hanno rimosso dal campo di battaglia. La torretta del carro, dopo la seconda esplosione della riservetta interna di munizioni si scardinò dal mezzo e venne scaraventata a poca distanza da esso, dove giace ancora da allora. Tutti i membri dell'equipaggio del carro morirono, a causa delle violente esplosioni. Il monumento fu inaugurato il 17 maggio del 1946 proprio per ricordare il sacrificio di quei soldati ed è caratterizzato dalla presenza di una croce costruita dei cingoli e fissata sulla base dove originariamente era ancorata la torretta.

 

La Cavendish Road

 

Genesi e storia: breve sintesi degli eventi
La Cavendish Road fu una strada militare costruita dai genieri indiani e neozelandesi a marzo del 1944 ampliando una antica mulattiera che fin dagli inizi di febbraio del 1944 era stata utilizzata dagli americani per approvvigionare le loro posizioni poste sulle colline nell'area di Montecassino. Essa venne impiegata nel corso della terza battaglia di Cassino con lo scopo di effettuare un attacco diversivo in grado di far convogliare quante più risorse nemiche possibili a nord ed aumentare quindi le possibilità di riuscita di un attacco frontale all'Abbazia. A maggio, dopo gli innumerevoli e fallimentari tentativi alleati, essa venne riutilizzata dai polacchi, nel corso dell'ultima battaglia. I lavori, durati più di una settimana, comportarono l'uso di bulldozer e compressori ma soprattutto un minuzioso e faticoso lavoro manuale con picconi e piedi di porco, perforando ove necessario le rocce e facendole brillare con micro cariche.
Essendo alcuni tratti sotto la vista degli osservatori tedeschi, essi furono occultati con reti mimetiche che garantirono la preservazione del segreto tattico fino all'attacco vero e proprio. Il contingente corazzato in campo, costituito da forze neozelandesi, indiane ed americane, disponeva tra carri sherman e stuart di 41 mezzi oltre al supporto di cannoni semoventi, bulldozer ed 1 compressore. Il battesimo di fuoco della Cavendish Road ebbe inizio alle prime luci dell'alba del 19 marzo del 1944 quando i mezzi in attesa in un'area di assemblaggio iniziarono a muoversi verso la masseria Albaneta. Nessun supporto di fanteria fu previsto ed i tedeschi, inizialmente presi di sorpresa, reagirono subito con determinazione respingendo facilmente l'avanzata del contingente con l'impiego di armi anticarro e mine. Alla fine dei combattimenti gli alleati lasciarono sul campo di battaglia quasi la metà dei mezzi impiegati ed ebbero ingenti perdite in termini di vite umane. Durante la notte i tedeschi distrussero i carri abbandonati e minarono pesantemente l'area con mine ad alto potenziale, le stesse che a maggio avrebbero distrutto i carri del reggimento corazzato polacco impiegato in quel settore nel corso dell'ultima battaglia di Cassino.

Il percorso oggi
Il tracciato è ancora oggi percorribile, ed inizia a sud del villaggio di Caira, nella contrada Fonnone, snodandosi lungo un crinale accidentato e roccioso e seguendo l'omonima mulattiera, che fiancheggia il Vallone del Dente fino a raggiungere la silenziosa valle di Pozzo Alvito, sul lato settentrionale dell'Abbazia. Da quel luogo, il terreno relativamente pianeggiante segue i rilievi circostanti che si incontrano a sud-­‐ovest, creando una strettoia naturale. Superato questo primo restringimento, si prosegue per alcune centinaia di metri fino a raggiungere un secondo punto di compressione nei pressi del quale è ancora oggi presente un carro armato americano sherman, immolato a monumento dai soldati polacchi subito dopo la guerra. Da li è poi possibile raggiungere i resti della Masseria Albaneta posta sul lato ovest di un ampio pianoro che si affaccia sulla strada statale 6 e dal quale è possibile godere di uno spettacolo panoramico sulla Valle del Liri e la catena montuosa che la circonda. Proseguendo sulla strada si costeggiano le pendici ovest della quota 593, riconoscibile dalla presenza di un Obelisco e si raggiungono il Cimitero Militare Polacco ed infine l'Abbazia. La lunghezza complessiva di questo tragitto che in parte ricalca una delle innumerevoli vie secolari di accesso al Monastero è poco più di quattro chilometri e forse sarebbe oggi sconosciuto ai molti se nel corso degli eventi bellici del 1944, non avesse acquisito una connotazione strategica nei piani dei comandanti alleati.

 

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